Più cuore in quelle mani

L’associazionismo cattolico nella realtà in cui viviamo oggi è anche un’agenzia educativa per la cura della vita democratica e della partecipazione, per questo la prospettiva con cui guardare lo scenario sociale e civile deve essere quello di chi si colloca “sotto le parti”. Non “al di sopra”, con il rischio di mettersi a giudicare dall’alto e di dire cosa si dovrebbe fare p pensare ma “sotto”, la politica con la P maiuscola è la prospettiva di una politica di servizio, cioè che guarda la realtà dal basso, dove ci si possa prendere cura delle esigenze dei poveri, degli ultimi, di chi è più fragile: come in una maglia con anelli dove la tenuta del tessuto non è data dalla tenuta degli anelli forti ma dagli anelli deboli, quelli che si spezzano prima; se si lacera la cucitura più debole in un vestito si butta via tutto il vestito. La politica con la P maiuscola parte da questa prospettiva.

 

Vogliamo quindi continuare sempre più ad inserirci nelle cose, approfondirle, entrarci dentro. E vogliamo farlo a partire dalle persone, dalle vite di ciascuno ribaltando la tendenza all’individualismo, cercando un terreno su cui camminare insieme anzichè dividerci separatamente.

 

L’associazionismo cattolico può essere quel luogo che “mette insieme” invece di separare, che aiuta le persone a formarsi un’opinione critica, informata e formata, andando a fondo nelle cose e senza soccombere a strumentalizzazioni e semplificazioni, che è spazio di discussione e di approfondimento delle questioni, da mettere a disposizione di tutti. Può offrire a chiunque l’opportunità di misurarsi seriamente con problemi, per capirli meglio e perciò formarsi un giudizio maggiormente consapevole.

E questo può avvenire anche attraverso il confronto libero è disinteressato tra posizioni e sensibilità differenti perchè sappiamo che anche dentro il mondo cattolico sono presenti opinioni differenti, ed è un bene che sia così: una simile pluralità, inscritta in una comune sensibilità ecclesiale e in una reale esperienza di amicizia e rispetto, rappresenta una possibilità preziosa per sperimentare un modo autentico di discutere, fondato sul comune stile associativo. Questo è il modo migliore e necessario, oggi, per fare “cultura politica” trovando strade su cui poter camminare insieme anche con persone che la pensano in maniera diversa da noi, dentro e fuori la Chiesa, con atteggiamento di apertura, stima e fiducia.

 

La preoccupazione del mondo cattolico non dev’essere tanto quella di dire agli altri cosa pensare, ma fare tutto il possibile per spingere ad aiutare chiunque a pensare, e a farlo in maniera critica e consapevole. Questa è la logica con cui Papa Francesco scrive nell’Amoris Leatitia che “siamo chiamati a formare le coscienze, non a pretendere di sostituirle”.

 

Al mondo cattolico spetta il compito di favorire lo sviluppo di quei percorsi di discernimento, di dialogo e confronto di cui avvertiamo tanto la necessità, innescandoli quando occorre, accompagnandoli e sostenendoli sempre, alimentandoli con idee e criteri di giudizio, mettendo “più cuore in quelle mani” come diceva San Camillo de Lellis e mettendosi in gioco preoccupandoci, insomma, di “aprire un discorso” anzichè “chiudere una discussione” senza paura di sbagliare.

Il punto di partenza è l’autentico investimento su quelle realtà in cui il futuro prende forma (famiglia, scuola, università). È fondamentale che chiunque si senta chiamato a spendersi attivamente nella realtà che abita tutti i giorni per costruire lì dov’è una società più umana.

Spesso si parla della formazione alla vita socio-politica in maniera astratta, ma a partecipare si impara partecipando, a dialogare si impara dialogando, a costruire il futuro si impara costruendo il pezzettino di presente che ci è affidato.

Il mondo cattolico non può che avvertire una grande responsabilità. Spetta a noi fare il possibile per formare e accompagnare persone coscienti delle proprie responsabilità, capaci di scegliere liberamente e di essere, all’interno della società, cittadini attivi e responsabili del bene comune, ciascuno nel proprio ambito di vita e tutti insieme dentro i luoghi e gli ingranaggi della società.

 

Edoardo Russo

Presidente Azione Cattolica

Forlì-Bertinoro

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