Relazione di fine mandato del Presidente Edoardo Russo
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21/01/ 2024 – Bussecchio
Tra il dire e il fare c’è di mezzo il domandare. Il domandare può risolvere già tante cose; significa che il buon Dio ci dà energie vitali, costruttive…ci dà lo Spirito Santo. E dove si vede che le dà? Dove la preghiera non è astratta? Dove la preghiera ottiene delle energie di cambiamento?
- NELLA PERSONA: la forza dell’associazione è la persona
- NELL’UNITÀ DELLE PERSONE (LA CHIESA). L’azione Cattolica è investita della vitalità della madre Chiesa
- AGAPE > FRATERNITÀ. La forza sono le buone relazioni, dobbiamo sprigionare relazioni autentiche.
Qual’è la forza delle buone relazioni? IL PERDONO. Accogliere nelle diversità, nei limiti, negli errori, nel perdere tempo. Dove viviamo relazioni vere capaci di perdono, allora lì c’è la preghiera, lì lo spirito santo è in azione.
Tutto questo è e vuole essere Azione Cattolica.
(Natale 2019 – don Giancarlo Barucci, morto il 23 agosto del 2020 Assistente Adulti)
Cara Azione Cattolica,
sono già passati 7 anni. Era il 10 marzo del 2017 quando l’allora Vescovo Pizzi mi nominò Presidente.
Com’ero giovane, avevo 28 anni, sposato da neanche 1 anno…ricordo ancora che mi mandò un messaggio proprio la sera prima di confermare la nomina:
“Carissimo Edoardo, domani mattina firmerò la tua nomina. Congratulazioni. Tu sai quale era la mia preoccupazione a tuo riguardo: che tu potessi avere tempo e tranquillità per assestarti come famiglia, ma a furor di elettori, ti hanno eletto. Ti auguro di poter far bene l’una e l’altra cosa”
Vero…forse Betta ed io fummo molto incoscienti…ma che chiamata incredibile. Cosa mi sarei perso se avessi detto di no!
Ricordo ancora Mirko quando me lo propose di fronte ad una birra al diagonal…chiaramente uscii da quella birra con un grande “anche no”…”mai pensato”….ma ricordo anche che quella notte la mia testa iniziò a fare tanti di quei viaggio, pensieri, cosa potevo pensare di fare, realizzare, testimoniare, vivere, incontrare, amare.
E allora è stato un bellissimo Sì. E il mio volto sorridente – quasi a sembrare una paresi facciale – non dice che “finalmente finisco perché ho dato tutto”…ma è un sorriso grato di quanto ha ricevuto!
Dopo quello del matrimonio è stato il Sì più importante della mia vita.
L’ho detto anche in altre occasioni, e lo ridico, che fatica scegliere…perchè il Sì all’AC sembrava un rischio così grande per la mia vita, di famiglia appena nata…donare un sì all’AC poteva mettere a rischio il sì alla vita di coppia e di famiglia. Mi sembrava assurdo.
L’ac non può essere fatta per chi può permetterselo (inteso come tempo, come fase di vita….se così fosse c’è qualcosa che non va.. E poi quale fase di vita è pronta a grandi responsabilità se non la metti sul piano del servizio?!)
Sono sempre stato convinto che l’Ac non sia una vocazione, l’AC ti accompagna nelle proprie vocazioni.
Qui di fronte mi rivolgo a voi che avete dato dei Sì.
Voi delegati che avete assunto un ruolo di servizio per i prossimi 3 anni in Azione Cattolica (GRAZIE), voi che siete qui perché amate l’Azione Cattolica e le volete bene, perchè vi ha lasciato tanto di importante nel cuore, voi che siete stati responsabili nei trienni passati (grazie per la storia che avete costruito), voi che siete amici dell’AC e che insieme, con alleanze, rendiamo più bella e viva la Chiesa; a voi assistenti va il nostro grazie per la generosa disponibilità con cui abbracciate questa chiamata ad accompagnare, al Signore va il nostro grazie per la vostra profonda amicizia.
Il mio mandato in AC come Presidente mi ha visto attraversare un sacco di cambiamenti anche personali, 7 anni a quest’età sono sicuramente pieni di cambiamenti e svolte: ho cambiato lavoro, ho cambiato e ristrutturato casa, sono nati due miracoli Leonardo e Greta, ho attraversato il lutto della perdita di mio papà, poi il covid….e in tutto questo l’Azione Cattolica è stata una bella e vera costante. Mi rendo conto che ormai da sempre è la costante della mia vita; L’AC ha accompagnato pienamente e intensamente la mia esistenza…potrei dire tante cose – in questi anni ho avuto l’onore di accompagnare associazione nel festeggiare i suoi primi 150 anni, come l’onore di andare ad incontrare diverse associazioni diocesane anche fuori regione , fino a San Benedetto del Tronto, e in tutte posso dire di aver assaporato un’Ac capace di lasciare nei cuori delle relazioni autentiche, delle persone che vogliono incontrare altre persone prima ancora di organizzare incontri o feste, perché l’altro mi sta a cuore, delle persone che si chiamano per nome – perché l’AC chiama per nome – , è un luogo dove ci si insegna la straripante bellezza semplice di un sorriso.
Solo nella logica della grazia – non certo in quella del merito! – è possibile per me rileggere questi anni di servizio: è grazia l’essere stato chiamato; è grazia ciò che attraverso di esso ho potuto sperimentare.
La logica della grazia mi e ci ricorda che l’Azione Cattolica non è un incarico, ma un dono:
la possibilità di contemplare la fede di persone generose;
la possibilità di fare esperienza di ciò che a molti, in questo periodo, appare come una sfida: l’Azione Cattolica è “palestra di sinodalità”;
la possibilità di rinnovare quella scoperta che il Signore dona: dilatare (il cuore, lo sguardo) così che nel nostro impegno quotidiano si cerchi di restare accoglienti verso tutti e verso tutto e, in misura sempre maggiore, grati.
COSA ABBIAMO FATTO FIN QUI?
Credo di poter dire che di passi ne abbiamo fatti.
Sono stati anni di grandi sfide.
Tra tutte il Covid, l’alluvione.
Ci ha visto capaci di un servizio diverso, nuovo, ahimè sempre più urgente. Un servizio di grande solidarietà dal quale è nato il Laboratorio dell’Azione.
L’Azione Cattolica ha avuto pronta capacità ad agire sin da subito, con la forza delle alleanze con altre aggregazioni e istituzioni che nel tempo siamo stati capaci di costruire e coltivare, di essere per il territorio un grande servizio di solidarietà e concretezza su cui contare: dal portare i pasti e la spesa a casa delle persone in tempo di Covid all’organizzare squadre di lavoro per rimuovere il fango.
Questo nostro atteggiamento credo sia stato un grande segnale di lettura della realtà e di un agire che doveva essere fatto in un certo modo per poter essere seme e presenza attiva e concreta in questo tempo e verso per le persone del nostro territorio.
Siamo diventati un’Azione Cattolica che si impegna con passione per stare al passo, da bilanci di sostenibilità che vanno perseguiti e favoriti, al cercare sempre nuovi e moderni linguaggi comunicativi (siamo da tempo sbarcati sui canali social più rilevanti), linguaggi che sappiano raccontare la vita dell’associazione ed allo stesso tempo sappiano seminare la Parola nella vita di tutti i giorni.
Comunicare in questi anni è significato molto anche non aver paura di sentirsi “Chiesa in uscita” e portare il nostro contributo nella società anche sui temi di attualità ed in particolar modo sulle questioni di frontiera tramite interventi o comunicati stampa – una volta un amico, che non frequenta la Chiesa nè tantomeno l’AC mi disse “si vede che ci siete, che avete delle idee e dei pensieri dentro la società!” (un grande grazie a Presidenza e Consiglio che hanno trovato sempre il tempo per dedicarsi alla “finestra sul mondo”, anche il nostro Vescovo con il G4): ovviamente non per mostrarci belli o per raccontare certezze o verità, ma per renderci un possibile strumento che aiuti le persone, credenti e non, ad avere la possibilità di uno sguardo, cristiano, che favorisca la formazione del proprio pensiero critico…e di farlo, senza mai smettere di imparare, con dialogo fraterno e costruttivo pur nella diversità di pensieri.
Un’altra grande soddisfazione che credo abbia definito il nostro impegno è la grande catena di alleanze ed amicizie che si sono create: associazioni e movimenti cattolici come realtà al di fuori dal mondo ecclesiale. Abbiamo perseguito la convinzione che insieme, costruendo alleanze, si possano innescare con più forza ed efficacia processi virtuosi a servizio della comunità; che costruire alleanze sia il modo migliore per sviluppare e accrescere un dialogo concreto.
Le sfide che ci aspettano sono quelle che leggiamo nel documento assembleare, sono quelle che come cattolici ci portiamo nel cuore e sono quelle che abbracciano la Chiesa e tutte le fasce d’età delle persone che incontriamo in questo cammino.
Di certo desideriamo continuare ad amare la Chiesa, questa Chiesa che, pur riconoscendo tutti i suoi limiti, Cristo l’ha voluto come comunità fraterna, come lievito di unità e di pace per tutto il mondo. L’Azione Cattolica, come la Chiesa tutta, deve saper trovare modi sempre più giusti ed attuali per mettersi a contatto con la vita vera, autentica, con le sfide che chiedono quelle “nuove idee” di cui parlava David Sassoli quando si insediò al parlamento europeo. Sono sicuro che sapremo raccogliere la sfida dei nostri tempi, facendo tesoro di cammini ed esperienze vissute, senza stancarci di seminare e seminare.
Agli adulti sarà chiesto di uscire dalla “comfort zone” e accettare nuove sfide, di servizio quanto di formazione. E di farlo dentro tutti gli ambiti del loro quotidiano.
Ai giovani di fidarsi della Chiesa e di chi la fa e vive. Cercando a loro misura di formarsi alla responsabilità, alla saggezza, al coraggio e alla giustizia come diceva Vittorio Bachelet; e solo così sapranno accompagnarci a trovare le possibilità di bene su cui costruire un avvenire migliore.
L’ACR che non solo nella sua denominazione, ma nella sua identità – è dei ragazzi. Ne sono i protagonisti. A loro, dunque, alla loro fede e al loro entusiasmo; al loro modo di guardare alla vita, al loro modo di parlare con Dio e di sognare la Chiesa, tutta la mia riconoscenza.
La bellezza e la forza dell’associazione è proprio quella di sapersi rinnovare. È quindi un bene che dopo 7 anni non ci sia la possibilità di fare un ulteriore mandato così da attuare realmente un percorso di rinnovo. Ho ereditato una storia, e per questo sono grato ai miei predecessori (sempre attenti nei miei confronti) Mirko, Gabriella, Riccardo, Rita, Alberto, ne sono stato custode e spero di aver portato aria buona, leggera e sorridente, ora è bene che la storia prosegua e che io la accompagni in altre forme.
Cara/Caro futuro Presidente,
ti lascio un dono grande, avrai tra le mani un gioiello prezioso. Abbine cura, lasciati accompagnare, fidati di chi avrai al fianco, affidati allo Spirito, sii deciso e con lo sguardo al domani per il bene della nostra Chiesa…e ascolta il tuo cuore.
Non temere sulle fatiche, ce ne saranno un treno, e quante cose scoprirai che ci saranno da fare (ma sarai tu – insieme al consiglio ed alla presidenza – a sceglierne l’importanza); confrontati sempre, hai dalla tua parte la famiglia, la tua e quella dell’AC, e poi di una cosa ti assicuro che ne ho certezza: dove cominciano i nostri limiti, lì, si sprigiona la potenza del Signore.
Ti chiedo di saper guardare oltre…di avere sguardo lungimirante; di curare e coltivare l’interno ma anche di esplorare e saper guardare fuori. È necessario, nel tempo e nella storia, aprire nuove vie: per osare occorre immaginare, per immaginare si deve sognare, per sognare è indispensabile pensare, per pensare non si può fare a meno di ascoltare, per ascoltare è inevitabile camminare insieme e dialogare.
Permettetemi in chiusura di ringraziare sinceramente il collegio assistenti di questi anni di mandato:
DON ENRICO, DON PIETRO, DON GIANCARLO, PADRE LUCA, DON NINO, DON MASSIMO E DON MAURO figure amiche e fondamentali per l’associazione
tutto il CONSIGLIO DIOCESANO uscente;
le Equipe Diocesane, il comitato economico, il Laboratorio di Formazione e dell’Azione, la commissione 3C (Commissione Cura Consiglio) la Commissione Comunicazione, i presidenti parrocchiali.
Ad uno ad uno tutti i membri delle mie Presidenze:
EVANGELISTA, MICHELA, GIANNI, IRENE e FILIPPO e MIRYAM e PIER, presidenza del 2017-2020
e la Presidenza attuale:
LINDA – mai parole di troppo, tanta genuinità e senza pregiudizi. Anche nei passaggi più difficili ha saputo accogliermi ed accoglierci. Lei tiene viva la mia fede…calcistica
STEFANO – ha sempre avuto la capacità uno sguardo “esterno” che sapeva riportarci nella concretezza dei temi che si affrontavano. Gran maneggiatore di soldi ma sopratutto, quante risate grazie a lui
SILVIA – mi fece una promessa sin dall’inizio…avrebbe sempre camminato al mio fianco. Così è stato per 7 anni. Grato per sempre.
FABRIZIO – una testimonianza unica. La capacità di tenere insieme famiglia, lavoro e università…davvero un esempio grande di gratuità e servizio
CATERINA – ho avuto l’onore di essere suo educatore e lei ACRina, fino a condividere una Presidenza diocesana…quanto siamo cresciuti insieme
SAMUELE – un fratello. In questo triennio ti sei anche sposato con Irene come si è sposata anche ANNA, capace di far scuola ed insegnare cosa significa attenzione e cura verso l’altro…e per fortuna c’eri tu al fianco di LOLLO, amico testone ed impulsivo, ma quanta passione e cuore da vendere.
Un ultimo grande applauso a mia moglie BETTA
L’Azione Cattolica ci ha aperti alla vita, ci ha chiamati per nome e ci ha fatto incontrare.
Lei è bellezza, saggezza e lungimiranza. Se qualcosa di buono traspare da quello che dico…è tutto merito suo. Non poco, non tanto…hai fatto davvero tutto e di più per far sì che questa straordinaria esperienza ce la potessimo permettere.
A quanti hanno avuto la pazienza di camminarmi accanto: grazie.
A quanti si sono sentiti trascurati in questo cammino: perdono.
A ciascuno: Gesù, il Risorto ci cammina accanto!
Il Presidente diocesano di Azione cattolica