Lettera di una volontaria

Forlì, 14 aprile 2020

Mi chiamo Giulia, 26 anni, sono un’ostetrica in cerca della propria strada e  un’educatrice di Azione Cattolica. Da quando è iniziata la quarantena, più di un mese fa, ho deciso di dare la mia disponibilità come volontaria per portare la spesa a domicilio ai cittadini. Oltre che un’iniziativa essenziale mi è sembrata anche un’ottima occasione per rendermi utile in maniera costruttiva e fare la mia parte. Con questo spirito ho accettato di rendermi disponibile e così, il caso ha voluto che incontrassi una gentile signora del mio quartiere, mai incrociata prima, e che il mio servizio fosse diretto tutte le settimane sempre a lei. Lei, ogni settimana, puntuale come un’orologio svizzero, chiama per richiedere il servizio di cui ha stretta necessità.  E così, spesa dopo spesa, è entrata nella mia quotidianità, oggi molto diversa da quella di due mesi fa. L’incontro con lei è sempre così strano, fatto di distanze mantenute per necessità, di occhi che sorridono dietro ad una mascherina e di poche parole scambiate sulla soglia di casa. Sì, poche parole ma quelle essenziali, quelle che interessano davvero, e non quelle dette tanto per passare il tempo, quelle di cui ascolti la risposta sinceramente perché ti interessa e sai che probabilmente saranno le sole che lei scambierà con qualcuno in carne ed ossa per quel giorno. Quando sei costretto a togliere così tanto dalla tua vita ti rendi conto delle cose superflue ed è allora che vedi rimanere l’essenziale, ridotto alla sua ossatura, fatto di poche cose ma che hanno un profilo luminoso, e come una piccola candela, riescono a rischiarare il buio intorno a te. Mi sono sorpresa più di una volta a chiedermi come sarà il nostro rapporto dopo la quarantena e devo essere sincera, non ne ho proprio idea, ma sono sicura che in qualche modo sarà e che il seme gettato troverà modi inaspettati per germogliare. Certo, questa è un’importante iniziativa attivata in risposta ad un bisogno primario, ma è per me, la grande opportunità di restare una persona vera. Non è facile in questo periodo, mi rendo conto che la paura porta all’indifferenza; ma facendo un passo nel tentativo di oltrepassare quella paura ci si rende conto che è proprio l’altro la cosa più preziosa, è chi incontri rimanendo sulla soglia di casa a spingerti a tenere accesa la tua luce in un momento in cui sembra inutile farlo. Ti rendi conto che  questa non è una scelta facoltativa ma di necessità, per te stesso e perché colui che incontrerai ha bisogno di veder brillare qualcosa di più che la lista della spesa.

Giulia Brandinelli

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